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E penso a quando eravamo un’isola

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E penso

a quando eravamo un’isola

e ai soli, tutti con la pretesa di una luce intensa

gare inutili nastri barriere voli

pianeti intorno talvolta impazziti

nell’aria brusii scrosci crepitii schiocchi

silenzi improvvisi parole travisate

maschere per ogni dì della settimana

e penso…

 

E penso

a quando all’isola approdarono in tanti

e i corvi stonarono sul coro dei pennuti

anche le palme smisero il canto

sebbene il vento le spettinasse con tenacia.

 Dedalus - 29/09/2020 23:05:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Ci sono fiori a volte in qualche testo, ma in questa lirica che mi appare formidabile in alcuni passaggi come “silenzi improvvisi.../e maschere per ogni dì della settimana ”, mi sembra che siano germogliati dei fiordalisi perchè qui vedo lo scoccar di un turbine poetico tendente ad un verseggiare malinconico e surreale dove il canto assume un tono garbato e dolce. Le rime come sempre non esistono, in quanto l’autrice che è perfomer per eccellenza, non si serve di artifizi per creare uno spartito e le sue scritture "anche le palme smisero il canto" sono sempre essenziali pur spaziando su vasti orizzonti.

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